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BLA,BLA,BLA …

Quest'oggi facciamo tappa all’Osteria del Tempo Perso.

 

Quand’anche le idee fossero buone (giammai ottimali), purtroppo non risultano suffragate da conoscenza storica specifica, tantomeno da un avanzamento culturale che l’operare all’interno di un Parlamento siffatto dovrebbe (il condizionale è di rigore) ormai aver appreso dalle esperienze maturate nei decenni nelle file di un’opposizione agguerrita. Sicché si è di fronte a una rimarchevole rivendicazione di un passato (vergognoso) giammai riconosciuto che oggi si vuole riportare in auge con tutti i crismi che lo hanno visto sbandierare vessilli e scudetti dei tempi che furono, nelle piazze di quell’Italia che già allora di politico non aveva niente, se non di usurpazione del potere costituito, di prepotenza squadrista, di malversazione verso un popolo che inerme era tenuto all’oscuro delle trame organizzate da quei poteri occulti che si destreggiavano maldestri attraverso il paese, le contrade delle città, i piccoli agglomerati contadini, le minuscole realtà campagnole analfabete, oscurate dall’ignoranza e dalle superstizioni. Davvero non mi sembra il caso di rivendicare oggi una realtà siffatta, semmai di riscattare gli orrori di un passato di cui (a parer mio) dovremmo solo vergognarci tutti, senza esclusioni preferenziali e/o nepotismi di sorta, abbiamo tutti i nostri scheletri negli armadi, mentre affiorano ancora dalle cassepanche le poche cose depredate (leggi rastrellate) alla povera gente che pur nella sua ignoranza pensava di operare a fin di bene: per Cristo, per la Patria, per l’Onore, per il riscatto di una Nazione che sembrava gli fosse dovuta per nascita ma che è storicamente provato non è mai stata. Oggi sappiamo che non risponde affatto al vero quello che si racconta nei libri di storia che si studiano a scuola, la povera gente ha sempre lottato per la sopravvivenza, contro la fame, le epidemie, le carestie; contro la perdita della libertà, gli orrori delle guerre che ancora oggi si combattono nel mondo, mettendo a repentaglio la sopravvivenza di intere popolazioni e ché, non in ultimo, deturpano in modo irreversibile quell’ecosistema che dovrebbe essere salvaguardato. Allora sarebbe opportuno si parlasse di come affrontare questi e altri problemi con buona pace di quanti si alternano nella conduzione dei governi, degli stati e delle superpotenze economiche. Non vi sarà ‘denaro’ a sufficienza che possa ripagare un lungo periodo di siccità, né fermare gli uragani che devastano intere zone dell’emisfero; tantomeno supplire alle innumerevoli morti degli umani e/o l’estinzione degli animali che pure contribuiscono a rinvigorire la natura che ci sostiene. In quanto “animali razionali dipendenti” che svolgono un ruolo ambivalente, la nostra lo sappiamo, per quanto inevitabile sia, è comunque una scomoda presenza; abbiamo bisogno della centralità d’intenti, di sostenerci l’un l’altro, una comunità con l’altra, onde assicurare una buona vita per tutti, senza differenziazione alcuna di colore di pelle, di mescolanza di sangue e senza esclusioni di sorta, di genere, di ‘etnie’ paradossalmente diverse, di negazionismi che offendono l’intelligenza di quanti hanno fatto dell’istruzione un’eccellenza di sviluppo per se stessi e per la crescita comunitaria. Del resto l’incremento economico sostenuto dalla politica in modo così irriguardoso non può portare ad alcun avanzamento della società se non quello di affrancare l’avidità imperante di quanti si arricchiscono a spese degli altri, quei lavoratori subalterni che, vuoi per necessità (famiglia, genitori a carico, pensioni ridotte all’osso ecc.), che per incapacità oggettiva di temperamento o di impossibilità di sostentamento, non possono essere collaborativi e/o sopravvivono con il sostentamento degli altri. Indubbiamente ci si può chiedere: fino a quando? Se è vero che siamo sull’orlo di una catastrofe ecologica quanto umanitaria, che pure sembra insormontabile, dovremmo andare a rileggere (riscrivere) la storia delle migrazioni succedutesi a causa di carestie, di guerre e quant’altro per comprendere quali necessità sono incorse nei tempi andati, e chiederci come, malgrado tutto, l’umanità sia giunta fino alle soglie del nostro millennio, tuttavia senza scomparire dalla faccia della terra. Suggerisco anziché fare le pulci su quanti oggi siedono nel Parlamento insultandosi e maledicendo di essere lì, invece di zappare la terra, di tornare a guardarsi allo specchio, perché s’accorgerebbero che, come dice un vecchio detto romano “anche il più pulito ha la rogna”. E comunque qualche rogna la si sta creando davanti all’opinione pubblica e soprattutto all’estero con le continue chiacchiere da portierato che sempre più spesso finiscono in zuffe fra condomini di uno ‘stabile’ (Parlamento e Ministeri derivati), che non arrivano a fare 2+2, e per i quali la matematica sembra essere un’opinione da contraddire. Come del resto ci ha abituato il web con le innumerevoli ‘fake news’ che mette in rete e che tutti noi ‘ciechi’ seguiamo senza porci domande. Se però avete bisogno di ulteriori 'slogan' che vi facciano sentire meglio, o per darvi una ragione in più per affrontare questa ‘anarchia galoppante’ e/o ponderare il senso della vostra esistenza, eccovi serviti: "Si dice che al mondo ci sia tanta religione per far sì che gli uomini si odino, ma non abbastanza perché gli uomini si amino" - dal film “Angel Heart”: "Quando il mondo ti volta le spalle non devi far altro che voltargli le spalle anche tu" - da “Il Re Leone”

 

Meditate gente, meditate.

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